“Tutti gli uomini per loro stessa natura desiderano imparare.”

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  • Area studenti | dom 25.5.2014

    Una piccola realtà, un progetto mondiale. (L’osservatorio di Farra protagonista della ricerca e della divulgazione scientifica)

    Lo spazio è la nostra casa e noi stessi siamo, come si dice, polvere di stelle, eppure esso ci sembra così lontano immobile, immenso e sconosciuto. Ed è per questo che, ovviamente, ci ha da sempre incuriosito. Abbiamo così iniziato a guardare il cielo, abbiamo creato leggende e religioni basate sugli astri che sono entrate a far parte della nostra tradizione, ma la vera svolta si è avuta quando l’uomo ha smesso di cercare i significati nascosti nello spazio ed ha iniziato invece a vederlo per quello che era realmente.

    Ormai, dopo quasi 400 anni da quando Galileo per primo ha avuto il coraggio di dare ufficialmente inizio a questa svolta, conosciamo davvero molto di quella porzione di universo che ci circonda; eppure più conosciamo, più ci rendiamo conto che ci saranno sempre cose da scoprire non solo guardando più lontano ma anche osservando “il nostro quartiere”, il sistema solare.

    Così come è importante scoprire delle novità in questo settore, allo stesso modo è importante saperle divulgare, ed è in quest’ottica che l’osservatorio astronomico di Farra ha collaborato con l’ISSIS Gabriele D’Annunzio di Gorizia per realizzare delle interessanti serate di approfondimento per gli studenti dell’indirizzo Liceo Scientifico delle Scienze Applicate.

    Si sono così alternate lezioni teoriche volte a fornire le conoscenze di base atte alla comprensione stessa delle leggi fisiche e matematiche che regolano il moto dei corpi nel cielo, ed anche lezioni pratiche per poter così sperimentare in prima persona il ruolo stesso dell’astronomo e provare sulla propria pelle la sensazione unica di osservare oggetti così grandi, così distanti e così irraggiungibili.

    Una cosa che colpisce molto è che anche se l’astronomia richiede l’ausilio delle ultime tecnologie, i volontari dell’osservatorio non sono solo riusciti a reperirle autonomamente, ma sono stati capaci anche di creare una gestione informatica estremamente sincrona ed efficace dei loro apparati, che sono infatti completamente gestibili da una sala di controllo computerizzata.

    Tutto ciò è stato messo in grande risalto nelle ultime lezioni che hanno evidenziato il vero punto di forza dell’osservatorio ed il suo scopo primario, ossia l’individuazione di nuovi asteroidi. Sta infatti venendo realizzata da anni ed a livello internazionale una continua mappatura degli oggetti attorno alla terra e l’osservatorio contribuisce attivamente a questo ambizioso progetto.

    E’ stata effettuata anche un’esperienza che rifletteva l’impiego reale di queste tecnologie, dove gli studenti hanno analizzato delle foto acquisite tramite speciali sensori collegati ai telescopi (che funzionano con lo stesso principio delle macchine fotografiche digitali) imparando così a distinguere le stelle dagli asteroidi ed anche dagli stessi satelliti artificiali.

    Una volta scoperto il potenziale nuovo corpo celeste, questo può essere direttamente confrontato, grazie a un database, con la posizione stimata di tutti i corpi celesti memorizzati in tabelle stilate a livello internazionale, riconoscendolo così istantaneamente. Se ciò non fosse avvenuto, il programma avrebbe proposto di inviare i dati direttamente negli Stati Uniti per farli analizzare in dettaglio e decretare se è stato effettivamente scoperto un nuovo asteroide.

    La coesione internazionale che si presenta nelle realtà scientifiche è veramente sorprendente e non si realizza per sola via telematica, ma anche con finanziamenti e scambi reciproci di idee ed esperienze. Il tutto è stato direttamente testimoniato dall’intervento di Dave Weinrich ex presidente dell’IPS (Società Internazionale dei Planetari) venuto direttamente dal Minesota per regalare agli studenti l’occasione unica di riflettere su cosa effettivamente significhi la parola collaborazione e di come questa si applichi al campo dell’astronomia.

    L’osservatorio di Farra d’Isonzo è effettivamente una piccola realtà ma, assieme a molte altre, crea qualcosa di veramente grande. Se fossimo anche noi in grado di esportare negli altri settori della vita i valori stessi della comunità scientifica, sicuramente la nostra società diventerebbe molto più aperta, ma soprattutto meno volta all’individualismo e al materialismo che tanto caratterizzano i giorni nostri

    di Nicolò Rossi 4ALS, del Liceo Scientifico delle Scienze Applicate Gabriele D’Annunzio

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